
Vitiligine: è vero che i casi sono aumento? C’è una correlazione con la gastrite? E con la tiroide? Si può curare in concomitanza con l’acne? Sono questi alcuni dei tanti interrogativi che si pongono le persone affette da questa malattia, caratterizzata dalla perdita del colore della pelle. Essa riconosce una patogenesi autoimmune, motivo per cui può essere associata ad altre patologie autoimmuni che interessano altri distretti del corpo. Abbiamo intervistato il dermatologo Giovanni Leone per saperne di più e dare risposta alle domande che “non ci si aspetta”.
Ho la vitiligine e soffro di gastrite. Ci può essere una correlazione?
La gastrite può essere una patologia su base psicosomatica come lo è la vitiligine, quindi uno stress eccessivo potrebbe causare la comparsa di entrambe. Tuttavia, non c’è quell’associazione importante che si riscontra con altre malattie autoimmuni, come ad esempio il diabete o la tiroidite.
Ho la vitiligine nelle zone intime. Si può trattare?
E risaputo che la vitiligine può interessare anche le zone intime, una localizzazione piuttosto frequente. Per quanto riguarda il trattamento con le creme, nella maggior parte dei casi si possono usare tutti i prodotti che si utilizzano sulle altre zone senza problemi e con discreti risultati. Per quanto riguarda invece la fototerapia l’atteggiamento è più cauto.
Siccome sono zone delicate che possono subire danno in seguito all’esposizione ai raggi ultravioletti, in generale si sconsiglia di eseguire applicazioni di fototerapia sia con le lampade convenzionali sia con il laser, se non in casi particolari. Non è una regola tassativa, ma diciamo che nella maggior dei casi è meglio non trattare le zone intime con fototerapia, ma limitarsi all’applicazione di creme e pomate per uso locale e ovviamente le cure per via generale come l’integrazione con gli antiossidanti.
Posso fare un tatuaggio decorativo sulla pelle affetta da vitiligine?
Partendo dal presupposto che ovviamente un tatuaggio deve essere fatto da professionisti qualificati, noi sconsigliamo la sua esecuzione perché non si tratta di un procedimento curativo e i risultati a volte possono peggiorare la situazione invece che risolverla. Anche se dà al paziente l’impressione di coprire le macchie, queste possono espandersi, quindi oltrepassare la zona tatuata e pigmentata. Il risultato è un effetto poco piacevole dal punto di vista estetico, perché la zona centrale, che magari corrisponde all’iniziale trattamento con il tatuaggio, appare ripigmentata, mentre la zona esterna presenta un alone bianco.
Può interessare anche capelli e peli?
Certamente. Anzi è un segno importante che noi specialisti andiamo a cercare. Quando i peli e i capelli sono bianchi significa che nel follicolo pilifero non ci sono dei melanociti di riserva, quindi questo indica una prognosi negativa. Per esempio, una zona ricoperta da numerosi peli bianchi risponderà molto meno bene alle terapie e alla fototerapia.
Al contrario, una zona con peli scuri è un’indicazione che la terapia può avere successo. Di per sé la cura è la stessa però la presenza di peli e capelli bianchi è un segno di cattiva risposta alla terapia e quindi deve essere valutata accuratamente dallo specialista.
È vero che è una patologia in aumento? Se sì, perché?
Sicuramente c’è un aumento dei casi di vitiligine. Il perché è però difficile da definire perché potrebbe anche essere dato dal fatto che si presta più attenzione a questa malattia diagnostica, quindi tanti casi che magari 40-50 anni fa passavano inosservati perché c’era meno consapevolezza e meno mezzi per la cura, adesso invece sono diagnosticati con maggiore facilità.
C’è un collegamento con la tiroide?
C’è un importante collegamento tra la vitiligine ed alcune malattie tiroidee, con una maggiore frequenza di alterazioni nel sesso femminile. Non a caso noi facciamo fare un check up completo della tiroide in tutti i pazienti affetti da vitiligine.
Nelle donne è molto frequente trovare la tiroidite autoimmune di Hashimoto, una malattia autoimmune in cui gli anticorpi e le cellule del sistema immunitario aggrediscono le cellule della tiroide. Si tratta di un’associazione molto frequente per cui è fondamentale effettuare uno screening della funzionalità della tiroide e degli anticorpi antitiroide per poter inviare il paziente dallo specialista endocrinologo per una cura appropriata.
È vero che le persone con gli occhi azzurri hanno meno probabilità di avere la vitiligine?
Attualmente non c’è nessuna correlazione e nessun dato che possa dimostrare come le persone con gli occhi azzurri siano più o meno soggette alla vitiligine. La vitiligine può interessare le persone con tutti i tipi di pelle, di colorito diverso, occhi chiari, occhi scuri, nella stessa maniera.
Può interessare i melanociti presenti negli occhi?
Sì. Chiaramente in questi casi può essere evidenziata con una visita oculistica. Dal punto di vista estetico, dell’apparenza, di solito non si nota assolutamente e non è un segno di particolare preoccupazione perché non influisce sull’andamento della malattia.
Chi ne è affetto può trasmetterla ai propri figli?
La vitiligine è una malattia su base genetica. Viene trasmessa con il patrimonio genetico o attraverso i cromosomi per cui spesso si riscontra la presenza di più di un caso di vitiligine nella stessa famiglia.
Non è detto però al 100% che chi ha uno o due genitori con la vitiligine ha la probabilità di ammalarsi del 20-30% in più rispetto a chi ha genitori “sani”. Per questo durante l’anamnesi chiediamo se ci sono parenti, fratelli, sorelle, nonni zii o genitori affetti da vitiligine.
Vitiligine e acne: si possono curare insieme?
Soprattutto nei giovani spesso coesistono acne e vitiligine. Come sappiamo l’acne è una malattia su base ormonale che si manifesta a partire dall’adolescenza e poi con l’età adulta tende a regredire. Specialmente nei pazienti di sesso femminile l’acne può essere deturpante quindi è importante curarla. Purtroppo, non è facile perché tutte le terapie per l’acne hanno un’azione irritante sulla pelle che può aggravare la vitiligine.
Per questo noi consigliamo di prestare la massima attenzione nella prescrizione delle terapie per l’acne, scegliendo quelle non troppo aggressive e magari fare un test su zone limitate per il rischio che si verifichino nuove lesioni di vitiligine nella zona dove si applicano i prodotti contro l’acne.
Addirittura, se l’acne è molto leggera talvolta è meglio rinunciare alla terapia. Va anche detto che d’estate l’esposizione al sole fa bene alla vitiligine e in un certo senso anche all’acne. Invece i prodotti per via orale per l’acne non hanno grandi effetti sulla vitiligine, però è un’associazione da tenere presente nei giovani e richiede delle precauzioni.