Vitiligine : Nuove terapie in arrivo

La Vitiligine è una patologia che colpisce le cellule che producono il pigmento della cute, i melanociti, e porta alla comparsa di macchie bianche caratteristiche.
Colpisce tra l’1% e l’2% della popolazione generale: in Italia ci sono circa 500-700 mila pazienti.
In questi ultimi anni una grande comunità internazionale di ricercatori ha cominciato a occuparsene con attenzione sempre maggiore e ha già organizzato numerosi congressi di livello mondiale. Un lavoro in rete che ha permesso lo scambio delle conoscenze cliniche e che ha contribuito a definire e classificare meglio la malattia, oltre che a stabilire i criteri per valutare gli approcci terapeutici.
Al momento non c’è nessun farmaco registrato con l’indicazione “vitiligine”. Per ora si usa la Fototerapia, un trattamento basato sull’impiego di raggi UVB a banda stretta (che sono quelli terapeutici. I raggi abbronzanti sono gli UVA), emessi da specifiche apparecchiature sia per l’irradiazione total body che mirata con il Laser ad eccimeri in modo da irradiare solo la chiazza di Vitiligine risparmiando la cute sana circostante.
Con questi sistemi si ottiene un miglioramento dal 50 al 100% della situazione in circa il 60% dei pazienti. I risultati dipendono da caso a caso, dal momento dell’inizio della terapia rispetto all’esordio delle manifestazioni cliniche e dalla durata della terapia. Inoltre, le terapie di combinazione, che abbinano la fototerapia a immunomodulatori topici (molecole specifiche che servono anche per trattare la dermatite atopica), risultano più efficaci. Si utilizzano anche creme a base di piperina e, talvolta, può essere utile un’integrazione di vitamina D».
Ultimamente è stato riscontrato un effetto positivo di alcuni farmaci che funzionano anche per altre malattie autoimmuni, come l’alopecia areata, che con una certa frequenza è associata alla vitiligine; sono quindi cominciate sperimentazioni di farmaci che hanno come obiettivo proprio la cura della vitiligine. Si sta lavorando anche ad un topico specifico: se i risultati clinici saranno significativi (vale a dire, se ci sarà una risposta nel 50-60% dei pazienti) si arriverà alla registrazione del primo farmaco topico per la vitiligine. Finora non c’erano farmaci per la vitiligine perché non si sapeva bene che cosa curare, mentre adesso l’attenzione si è concentrata su fattori specifici, sui meccanismi di controllo dell’infiammazione: si stanno quindi aprendo grandi prospettive.