Ottobre è uno dei mesi più critici per chi soffre di acne. In autunno infatti è molto frequente andare incontro a un peggioramento dopo un periodo, quello estivo, in cui i sintomi sembravano essere migliorati. Perché accade questo?
Perché peggiora nei mesi autunnali
L’esposizione ai raggi UV durante l’estate crea una serie di condizioni che provocano un accentuarsi dell’infiammazione. In primo luogo una maggiore disidratazione: a questa la cute reagisce con una maggior produzione di sebo.
Allo stesso tempo, i raggi UVA e UVB favoriscono un ispessimento cutaneo. Si tratta di un meccanismo di difesa: la pelle per proteggersi del sole, avvia un processo di proliferazione delle cellule epiteliali. Di conseguenza, si forma una sorta di “tappo” in superficie e un accumulo di impurità che dà poi origine a comedoni e brufoli.
Ancora: le alte temperature determinano un maggior afflusso di sangue al viso e, di conseguenza, di ormoni che influenzano la maggior produzione di sebo.
Se a tutto questo si aggiunge un aumento dello stress legato al ritorno a scuola o al lavoro, e fattori ambientali quali l’inquinamento, ecco che la pelle reagisce con una maggiore infiammazione.
Curare l’acne con la fototerapia
«Tra i rimedi, la fototerapia con luce blu è uno dei più efficaci, come hanno dimostrato anche gli studi. Il meccanismo alla base è semplice. Il batterio che causa l’acne produce una proteina chiamata porfirina che, esposta alla luce blu, innesca la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), portando i batteri a distruzione» spiega il dermatologo Giovanni Leone.
«Inoltre, la luce blu riduce l’acne con i suoi effetti anti-infiammatori diminuendo la produzione di interleuchina-1α e di molecole di adesione intercellulare».
Ricerche recenti hanno dimostrato gli effetti benefici della sola fototerapia rispetto ad altri trattamenti convenzionali come la isotretinoina a basso dosaggio e alla clindamicina topica. Si è visto cioè che la luce blu rappresenta un’opzione più sicura e meno costosa.
Gli effetti della fototerapia
In uno studio del 2018 condotto su 124 pazienti è stato osservato che il trattamento con la fototerapia è risultato più efficace nel diminuire il numero di lesioni da acne (con una riduzione del 76%) rispetto al perossido di benzoile topico al 4% (riduzione del 60%) per l’acne da lieve a moderata alla fine di 8 settimane. La luce blu ha mostrato invece un’efficacia simile alla soluzione di eritromicina topica, ma con un tasso relativamente più elevato di eritema e sensazione di pizzicore. Perciò i problemi comuni che potrebbero sorgere durante il trattamento dell’acne con luce blu sono secchezza della pelle, eritema e irritazione.
Acne e luce blu: un nuovo protocollo
A questo scopo è stato effettuato uno studio condotto, tra gli altri, dai professori Giovanni Leone e Andrea Paro Vidolin. I risultati sono stati presentati al recente congresso EADV (European Academy of Dermatology and Venereology) ad Amsterdam.
«Lo scopo di questo studio era di valutare come l’uso di un trattamento aggiuntivo con adeguati prodotti cosmetici potesse influenzare il risultato della fototerapia dell’acne con la luce blu, riducendo gli effetti collaterali e migliorando la compliance dei pazienti» spiega il professor Leone.
Un totale di 20 pazienti, affetti da acne vulgaris moderata secondo la scala IGA (raccomandata dalla FDA nel 2005), 14 femmine e 6 maschi di fascia di età 16-34, sono stati divisi casualmente in due gruppi. Il gruppo 1 includeva 10 pazienti trattati con fototerapia a luce blu associata a un trattamento cosmetico aggiuntivo; il gruppo 2 includeva 10 pazienti trattati solo con luce blu.
Il trattamento settimanale con fototerapia a LED si è svolto per 6 settimane e quindi i pazienti sono stati seguiti e valutati per le 8 settimane successive. Nel frattempo tutte le altre terapie topiche e sistemiche sono state sospese.
Il trattamento cosmetico
Il protocollo di trattamento cosmetico nel gruppo 1 consisteva in un periodo di pretrattamento di 15 giorni con un detergente contenente microsfere di jojoba, allantoina e altri principi idratanti. In più, l’applicazione due volte al giorno di una crema leggermente esfoliante a base di acido salicilico al 2% a rilascio lento e attivi idratanti.
Inoltre i dermatologi hanno prescritto l’uso quotidiano di una protezione solare 50+ contenente una combinazione brevettata tra acido azelaico, glicina e antiossidanti. Subito dopo la fototerapia i pazienti dovevano applicare una schiuma idratante ed emolliente contenente il 20% di ossido di zinco ed estratto di aloe vera. Durante il follow up i pazienti hanno continuato a utilizzare il detergente della fase di pretrattamento e applicato, tutti i giorni, un gel contenente retinolo in liposomi, antiossidanti e agenti idratanti.
La valutazioni eseguite hanno mostrato una riduzione delle lesioni dell’acne secondo la scala GAGS, che è stata dimostrata in tutti i pazienti dopo l’ultimo trattamento. La riduzione delle lesioni dell’acne è stata più pronunciata nel gruppo con il protocollo combinato, così come si è registrato un aumento dell’idratazione, misurata con la corneometria. Si sono ottenuti anche migliori risultati relativi alla tollerabilità, alla soddisfazione del paziente e agli effetti collaterali.
Conclusioni
La fototerapia a LED con luce blu è utile nei pazienti con acne vulgaris moderatamente grave. Tuttavia non è sempre ben tollerata da tutti i pazienti a causa di effetti collaterali come la secchezza della pelle e l’eritema. Un trattamento cosmetico specifico associato alla fototerapia può ridurre al minimo questi effetti collaterali e migliorare l’accettabilità e la tollerabilità del trattamento. In alcuni casi, questo approccio può essere sufficiente per controllare l’acne senza l’uso di farmaci sistemici e topici.