fotoprotezione sistemica

Si chiama fotoprotezione sistemica e consiste nell’utilizzo di sostanze in grado di ridurre gli effetti nocivi indotti delle radiazioni ultraviolette. Questo perché se da un lato la luce solare ha diversi effetti benefici per la nostra salute, dall’altro un’eccessiva esposizione può comportare effetti negativi come eritemi, scottature, fenomeni di invecchiamento cutaneo precoce, perdita di elasticità della pelle e in alcuni casi anche sviluppo del cancro della pelle.

Secondo una ricerca condotta nel 2015 dalla Poznan University of Medical Sciences, in Polonia, tra i fattori che aumentano l’esposizione della pelle alle radiazioni ultraviolette ci sarebbero anche l’inquinamento e la riduzione dello strato di ozono stratosferico. Proteggere la pelle attraverso l’uso di indumenti e filtri protettivi sono attualmente i metodi più efficaci di protezione solare, a condizione che si utilizzino in modo appropriato. Inoltre si discutono questioni controverse come la tossicità dello zinco utilizzato nei preparati per la protezione solare e la potenziale carenza di vitamina D3 in relazione all’applicazione di una rigorosa fotoprotezione.

Gli integratori più usati

In tal senso, la fotoprotezione sistemica, spesso somministrata per via orale e integrata alla protezione topica, agisce all’interno dell’organismo come antiossidante e protettore delle cellule. Nella gran parte dei casi si tratta di integratori di origine naturale. Tra i più conosciuti vi sono i carotenoidi, pigmenti vegetali che si distinguono per il loro colorito vivo, il betacarotene, considerato il capostipite della fotoprotezione sistemica, di solito utilizzato in caso di intolleranza solare o come misura preventiva nei soggetti dalla carnagione bianca. Altri sempre di origine vegetale, sono il tè verde e i suoi estratti, il licopene, le vitamine C ed E ed alcuni microelementi quali il selenio.

Vi sono poi altre sostanze come il coenzima Q10, il rock (red orange complex), estratto dell’arancia rossa di Sicilia, oppure la metionina. “Le sostanze sono numerosissime, alcune fanno parte delle vitamine alcune di coenzimi, altre sono proteine particolari, ognuna funziona bene quando contiene diversi principi attivi che agiscono sinergicamente potenziandosi l’un l’altro” sottolinea il professor Giovanni Leone.

Nuovi antiossidanti orali e non

Solitamente si consiglia l’assunzione dei fotoprotettori sistemici sotto forma di integratori da uno due mesi prima dell’inizio dell’estate in abbinamento ai filtri solari, così da aumentare l’efficacia della fotoprotezione topica o locale. Pochi studi hanno infatti supportato l’uso di uno qualsiasi di questi integratori come monoterapia, che non possono quindi essere considerati come alternativa alla tradizionale protezione solare. Tuttavia, attualmente è in corso lo sviluppo di nuovi antiossidanti topici, agenti orali e sottocutanei (es. estratto di Polypodium leucotomos, afamelanotide, nicotinamide) con proprietà fotoprotettive e antifotocancerogene. Questi potrebbero potenzialmente fornire modalità aggiuntive per la protezione contro gli effetti della luce solare e della radiazione infrarossa.

A chi è raccomandata la fotoprotezione sistemica

La fotoprotezione sistemica è raccomandata nei soggetti con patologie cutanee, ipersensibiltà al sole, fototipi chiari, oppure per coloro che si scottano molto facilmente e necessitano una preparazione della pelle dall’interno prima di esporsi alla radiazione solare ultravioletta. Come spiega Leone, “lo scopo non è quello di favorire l’abbronzatura, ma di fornire delle sostanze al livello delle cellule della pelle per proteggerle dal danno dei raggi ultravioletti”.