Le chiazze chiare sulla pelle di chi ha la vitiligine dipendono dalla scarsa attività dei melanociti, le cellule che colorano l’epidermide. Per risolverle, quando nulla funziona, non resta che “seminare” nelle macchie melanociti ben funzionanti, presi dalle zone dove la cute è sana. È questo il concetto alla base di una delle tecniche più nuove di chirurgia della vitiligine, il trapianto autologo di melanociti e cellule basali non coltivate. Il metodo è relativamente semplice: si preleva una strisciolina di cute dal cuoio capelluto, ricchissimo di melanociti per la presenza dei folli-oli dei capelli, per poi disgregarla e ottenere una sospen-sione di cellule miste, il mix di melanociti e cellule basali viene iniettato nelle macchie di vitiligine, trattate in precedenza con uno spray ad azoto liquido per provocare piccole bolle sulla pelle. Le bolle servono a creare un microambiente sterile dove i melanociti possano attecchire e poi proliferare, quando nei giorni successivi vengono stimolati con fototerapia o laser.
Poche le medicazioni necessarie, di fatto nulli gli effetti collaterali: alla peggio, tutto resta come prima. Selezionando chi ha chiazze di grandezza limitata e una vitiligine stabile da almeno un anno che non risponde ad altre terapie, la percentuale di successi è alta: il colore torna su oltre il 70% delle macchie.