I tumori che colpiscono la pelle sono in costante aumento e in particolare il melanoma (un tumore altamente aggressivo che colpisce le cellule che producono la melanina, il pigmento che dà il colore alla pelle) rappresenta il 75-80% delle morti dovute alle neoplasie cutanee e l’incidenza è raddoppiata negli ultimi anni. Solo in Italia si contano 7mila casi l’anno. Desta allarme anche il fatto che i melanomi, un tempo patologia soprattutto dell’anziano, sono sempre più frequenti nelle età più giovanili. E sembra che il danno venga da lontano, dall’infanzia.
Il dramma, come osservato dal Dr. Giovanni Leone nel corso degli anni, è che la pelle non dimentica mai i danni subiti e “si vendica”. Numerosi studi epidemiologici dimostrano che ripetute scottature in età infantile raddoppiano il rischio di melanoma in età adulta.
I danni
I raggi ultravioletti provocano veri e propri danni biologici a livello cutaneo, riguardanti lo stesso DNA delle cellule. La loro azione si svolge a due livelli diversi: gli UvA, o ultravioletti lunghi (lunghezza d’onda 320-400 nanometri), penetrano più in profondità nella cute e, a lungo andare, danneggiano il collagene e alterano le fibre elastiche.
Altrettanto dannosi ma meno insidiosi, gli UvB (290-320 nanometri) agiscono a livello dell’epidermide provocando scottature con vescicole. Sono loro a essere associati ad altri tumori cutanei come i basaliomi (cancri delle cellule basali) e gli epiteliomi (i tumori delle cellule epiteliali che si sviluppano tra cute e mucosa). E sono sempre questi ultimi, gli UvB, a provocare quel tipico rossore che si forma inizialmente sulla pelle, dovuto a un aumento del volume di sangue circolante. Dopo l’eritema il nostro organismo mette in atto la risposta difensiva: l’abbronzatura, che avviene in due fasi. Quella immediata, indotta, soprattutto dagli UvA, si deve a modificazioni biochimiche che avvengono nella melanina già presente nell’epidermide (la melanina prodotta dai melanociti funziona come una sorta di schermo che la pelle crea per proteggere il nucleo delle cellule e prevenire possibili danni al Dna). Quella ritardata, dovuta a Uva e UvB assieme, determina invece un aumento vero e proprio della melanina. Ecco spiegato anche il perché della differenza esistente tra l’abbronzatura naturale, e quella delle lampade ultraviolette che sono dotate di soli raggi UvA. Le cose cambiano quando si prende troppo sole o si esagera con le lampade. Questa modificazione temporanea della biochimica cellulare si trasforma in una serie di effetti cronici, a seguito del cosiddetto “danno biologico cumulativo”, prodotto dalle frequenti esposizioni ai raggi ultravioletti.
I fattori di rischio
Ci sono altri fattori che contribuiscono a incrementare i rischi: la stagione e la latitudine in cui ci si espone al sole.
Un parametro decisivo è quello degli orari di esposizione al sole; il corpo ha bisogno di abituarsi lentamente ai raggi. Da evitare, comunque, i bagni di sole nelle ore che vanno dalle 11 alle 15, quando l’indice Uv, che misura la quantità di raggi ultravioletti che raggiungono la terra a mezzogiorno, è alto. Se si vuole salvare la pelle da rischi come eritemi, ustioni, disidratazioni, invecchiamento precoce, fino ai pericoli più gravi come melanomi ed epiteliomi, bisogna incominciare almeno a sapere che, in base alla reattività cutanea ai raggi solari e alle caratteristiche fisiche, sono stati identificati i cosiddetti fototipi da spiaggia, una classificazione cioè dei diversi tipi di carnagione, stabilita in base al colore della pelle, degli occhi e dei capelli. La scala ufficialmente accettata comprende sei diversi gradi (si veda la tabella).
Fototipo 1 | Ha carnagione molto chiara, lentiggini, occhi azzurri e capelli biondi. Al sole si arrossa ma non si abbronza perché possiede pochissima melanina. |
Fototipo 2 | Pelle chiara, capelli rossi o biondo scuro, occhi azzurri. |
Fototipo 3 | Pelle leggermente colorata, capelli castano chiari, occhi scuri. È una pelle che si ustiona frequentemente, ma poi raggiunge la sospirata “tintarella”. |
Fototipo 4 | Pelle olivastra, occhi scuri, capelli castani. Si abbronza facilmente e si scotta pochissimo. |
Fototipo 5 | Pelle marrone, occhi scuri. Sono pochi fortunati, sempre e naturalmente abbronzati, si bruciano di rado. |
Fototipo 6 | Negroide pelle, occhi e capelli neri. Si abbronzano facilmente senza scottarsi. |
La quantità di raggi che colpiscono il pianeta cambia a seconda dell’inclinazione dell’asse terrestre, della latitudine, dell’atmosfera. A basse latitudini, per esempio nella fascia tropicale, la radiazione solare arriva sulla superficie terrestre con una inclinazione più vicina alla perpendicolare, e dunque la quantità di energia è maggiore. Al crescere dell’altitudine, invece, diminuisce la porzione di atmosfera compresa tra il sole e la superficie terrestre, e anche in questo caso l’irraggiamento risulta più intenso. Al contrario, nei luoghi sotto il livello del mare, per esempio nella depressione del Mar Morto, la porzione di atmosfera è maggiore, e dunque, ci si può esporre al sole per un tempo doppio, rispetto a quello normalmente consigliato. Il vero segreto è quello di affrontare il sole gradualmente soprattutto nei primi giorni, evitando gli impatti violenti. Andrebbe perseguito l’obiettivo delle due ore di sole nell’arco di una settimana.
L’esposizione
Di seguito mostriamo una tabella con alcune regole fondamentali da seguire per proteggersi dai rischi legati all’esposizione al sole, suddivise per fasce di età:
Neonati | Niente sole almeno sino ai primi sei mesi di vita. I pericoli: eritemi e colpi di calore, febbre alta, convulsioni, disidratazione, complicazioni infiammatorie e vomito. |
Bambini | È bene che almeno sino a sei anni I bambini in spiaggia restino all’ombra, alternando qualche minuto di sole per arrivare a un’ora dl esposizione in tutto il giorno. Senza dimenticare creme protettive e cappellino. Attenzione anche agl’occhi: sole e salsedine possono irritarli. I pericoli: gli eritemi, la disidratazione e i colpi di calore. |
Adulti | Regola numero uno: evitare di esporsi al sole tra le 11 e le 15. Una volta stabilito il proprio fototipo, regolarsi di conseguenza per le creme protettive e il tempo di esposizione. I pericoli: eritema semplice (ustioni di primo grado), eritema con bolle (ustioni di secondo grado) |
Nel caso in cui insorgano complicazioni sospendere immediatamente dell’esposizione ai raggi solari e rivolgersi al proprio dermatologo di fiducia. A tal proposito ricordiamo che il Centro di Fototerapia Dermatologica, presieduto dal Dr. Giovanni Leone e dal Dr. Andrea Paro Vidolin, è a vostra completa disposizione.
Contatti del Centro: tell. 064 542 09 01; WhatsApp 346 314 01 44; e-mail info@fototerapia.it