Novità in fotodermatologia

La fotodermatologia è stata al centro della prima giornata congressuale di ieri per i dermatologi Giovanni Leone e Andrea Paro Vidolin, a Boston in occasione del meeting internazionale dell’AAD (American Academy of Dermatology).
«Nella mia relazione ho presentato il board della Società Europea di Fotodermatologia, l’ESPD, di cui sono Presidente. Inoltre ho fatto il punto sulle nostre attività, tra cui l’organizzazione di meeting con i maggiori esperti di fototerapia e fotodermatologia e corsi di formazione per giovani dermatologi. Dall’anno prossimo questi corsi verranno effettuati in collaborazione con i colleghi americani e questa è la prima grossa novità, che porterà grandi vantaggi in termini di aggiornamento e avanzamento degli studi» racconta il dottor Giovanni Leone, che è Responsabile del Dipartimento di Dermatologia e Coordinatore Scientifico presso l’Ospedale Israelitico di Roma.

In arrivo una app per la terapia fotodinamica

Ma un’altra importante novità, di forte interesse per i pazienti, è stata presentata ieri dal dottor Giovanni Leone. «Si tratta di un’applicazione da installare nel proprio smartphone e che serve a misurare la quantità di luce solare assorbita dalla pelle durante la Day Ligth Phototerapy. Si tratta di una variante più “soft” della tradizionale terapia fotodinamica (PDT)» spiega lo specialista. «Con la nuova app, prodotta da un’azienda inglese e nata sotto l’egida della Società Europea di Fotodermatologia e il coordinamento del Centro di Fototerapia di Roma, il paziente saprà esattamente per quanto tempo esporsi senza il rischio di esagerare. Inoltre Il medico avrà tutte le indicazioni sulla quantità di luce ricevuta dal paziente, così la terapia risulta di più facile gestione».

I vantaggi della Terapia Fotodinamica in Day Light

Questa metodica, una delle più recenti introdotte in fotodermatologia, viene utilizzata essenzialmente per le lesioni precancerose del volto e del cuoio capelluto calvo (cheratosi attinica e basalioma superficiale) e rispetto al trattamento classico, prevede che, subito dopo l’applicazione della crema fotosensibilizzante, il paziente debba esporre la cute malata alla luce solare per almeno due ore. La terapia fotodinamica standard prevede invece l’esposizione a una lampada led. I vantaggi della Day Ligth Phototerapy sono un minor fastidio durante il trattamento, costi minori e una ridotta reazione infiammatoria che si sviluppa successivamente.

Vitiligine: importanti passi avanti nelle cure

Le nuove terapie per la vitiligine sono state al centro di un incontro che si è tenuto ieri tra esperti internazionali. Tra questi il dottor Andrea Paro Vidolin, Responsabile del Centro di Fototerapia e Cura della Vitiligine dell’Ospedale Israelitico di Roma, e la Global Vitiligo Foundation, l’associazione che riunisce i pazienti americani. La speranza più concreta, per chi soffre di questa malattia, considerata ancora da molti un disturbo estetico, si chiama ruxolitinib, un farmaco topico JAK inibitore. «Gli studi finora condotti hanno dimostrato che è efficace sia da solo, sia in sinergia con fototerapia UVB a banda stretta e soprattutto con laser ad eccimeri» spiega il dottor Paro Vidolin.

Micro fototerapia e trapianto autologo per trattare le chiazze

«Sempre nell’ambito della fotodermatologia applicata alla vitiligine, sono state presentate nuove apparecchiature per la micro fototerapia che emettono UVB a banda stretta a luce fredda. Sono sempre più efficaci e sicure perché consentano di trattare solo le zone affetta da vitiligine risparmiando la cute sana circostante. In più si riducono il numero di trattamenti che i pazienti devono eseguire» illustra Paro Vidolin. A Boston si è parlato anche di trapianto autologo di sospensione cellulare epidermica, una metodica destinata a pazienti con vitiligine segmentaria o volgare e che si sta sempre di più perfezionando grazie a nuovi studi e nuovi device. Tra questi, il kit Recell, tramite il quale è possibile estrarre i melanociti dalla cute sana per poi trasferirli nelle chiazze di vitiligine, ottenendo così la loro ripigmentazione.

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