fotoprotezione in inverno

Serve davvero la fotoprotezione anche in inverno? Una domanda, questa, che nell’ultimo periodo è diventata oggetto di dibattito da parte degli stessi dermatologi. Tra favorevoli e contrari, le ultime evidenze scientifiche parlano di “daily protection”, ovvero di protezione 365 giorni l’anno.

Questo perché la pelle è esposta ai danni del sole per l’intero arco annuale, non solo in estate come invece erroneamente si tende a pensare. Per cui la risposta è sì, la fotoprotezione serve anche in inverno.

Se è vero che nei mesi estivi a causare ustioni e scottature sono i raggi UVB, è altrettanto vero che nel resto dell’anno non bisogna sottovalutare i cosiddetti raggi UVA. Questi ultimi sono responsabili di macchie sulla pelle e invecchiamento precoce, presenti anche durante una giornata nuvolosa.

«Oggi si sente sempre più spesso parlare di radiazioni dannose come la lunghezza d’onda del visibile, se non addirittura di sorgenti luminose artificiali, lampade o schermi che provocano allergie o intolleranze» spiega il dermatologo Giovanni Leone. Di qui la raccomandazione degli specialisti di utilizzare i fotoprotettori non solo in estate, ma anche in inverno, periodo in cui si tende ad abbassare la guardia. «La pelle deve essere sempre protetta nei confronti delle diverse radiazioni, le cui componenti possono peggiorare la comparsa di macchie, melasma e iperpigmentazioni» aggiunge Leone.

Un recente studio pubblicato su PubMed evidenzia che nonostante l’aumento della consapevolezza pubblica, siano necessari ulteriori sforzi educativi per promuovere un migliore comportamento in materia di protezione solare. I dati mostrano nel dettaglio come molte persone optino per una protezione solare in modo errato poiché tendono a utilizzare solo tra il 20% e il 50% della quantità necessaria o a non riapplicarla.

Fotoprotezione in inverno: a chi è raccomandata

La fotoprotezione è raccomandata in particolar modo ai soggetti che soffrono di intolleranze al sole o di iperpigmentazione. Questo perché, come sottolinea il dermatologo, «basse quantità di radiazioni solari e di lunghezze d’onda diverse dall’ultravioletto possono scatenare una fotodermatosi. E una reazione anomala alla luce solare, così come le macchie scure sulla pelle, possono essere aggravate dalle componenti della luce visibile. Il melasma, in particolare, colpisce in percentuale molto elevata le donne, a causa della sua componente ormonale».

Attenzione però anche se si passa del tempo in montagna, dove la neve tende a riflettere e dunque a rendere più potente l’effetto dei raggi solari sulla pelle, o in località tropicali. In questo caso il consiglio è di scegliere una protezione con un SPF più alto, in quanto i rischi delle radiazioni solari sono evidentemente maggiori.

I filtri solari sono davvero innocui per la pelle?

Talvolta i filtri solari possono non essere innocui per la pelle, in quanto presentano componenti potenzialmente pericolose per l’organismo (e anche per il pianeta). Tuttavia, la stragrande maggioranza di quelli attualmente presenti sul mercato è approvata e presenta un margine di sicurezza elevato.

«Una sostanza chimica o minerale incorporata nelle creme solari per una sua efficacia filtrante, deve essere sottoposta a test severissimi da laboratorio. Questi servono ad accertare che il filtro non penetri oltre lo strato superficiale dell’epidermide» aggiunge il dermatologo Leone. Per mantenere sana la pelle e proteggerla dai raggi UVA, è quindi fondamentale inserire nella propria skincare routine un SPF quotidiano anche durante i mesi invernali. I possibili rischi di un’esposizione scorretta al sole sono ormai conclamati, in ogni stagione. Sarà la persona stessa con il consulto del proprio dermatologo di fiducia a valutare in che modo proteggere la pelle a seconda del fototipo.